Il Consiglio dell’Ordine dei Medici Chirurghi ed Odontoiatri della Provincia di Pistoia, anche a fronte delle crescenti preoccupazioni dei cittadini, dei loro Comitati e dei nostri iscritti, sulle  emissioni  in atmosfera di diossine e furani oltre il valore limite emissivo, da parte dell’Inceneritore di Montale, dal 1 luglio al 14 agosto c.a., purtroppo seguenti a quelle del 2007, si propone di esercitare quel ruolo di garanzia e tutela della salute pubblica, compito istituzionale di un Ente di diritto pubblico e non tecnico.

Richiamo al Codice deontologico

Vogliamo innanzi tutto richiamare, ai nostri  iscritti, il  dovere all’osservanza del Codice Deontologico, affinché ciascun medico, qualunque ruolo rivesta, pubblico, privato o convenzionato, consideri l’ambiente nel quale l’uomo vive e lavora quale determinante della salute dei cittadini.  A tal fine promuova la cultura civile  dell’uso e consumo appropriato, efficace e sicuro delle risorse naturali rinnovabili e non rinnovabili, quale patrimonio dell’umanità di oggi e di domani, onde garantire alle future generazioni la fruizione di un ambiente vivibile.
Il suo esercizio è fondato sulla libertà e sulla indipendenza della professione che costituiscono diritti inalienabili del medico.

Il medico non deve soggiacere ad interessi, imposizioni e suggestioni di qualsiasi natura.

 
Anche se la difesa dell’ambiente travalica le possibilità d’intervento del singolo e richiama la responsabilità dei decisori politici, nazionali ed internazionali, i medici, come professionisti deputati a tutelare la salute delle persone, non possono rinunciare a denunciare l’aumento delle malattie provocato dall’inquinamento dell’aria, del suolo e dell’acqua, dal degrado ambientale e dallo sfruttamento insensato delle risorse naturali.
L’etica della responsabilità, come sottolinea il Papa nella sua enciclica “Laudato  si’”, impone a tutti, a ciascuno, cittadini e governi , di operare senza indugio per garantire alle future generazioni la sostenibilità della vita del nostro pianeta.

Evidenza su Inceneritori

Gli inceneritori seguono le leggi della chimica, come tutti gli altri processi di trasformazione: attraverso la combustione- incenerimento si riduce il volume dei rifiuti immessi, si modifica la composizione chimica, ma non la massa, che rimane costante.
In natura nulla si crea e nulla si distrugge, ma tutto si trasforma.  
 

Dunque l’incenerimento non risolve il problema dei rifiuti, sia perché lo sposta in atmosfera e in discarica dove vengono conferiti i residui tossici della combustione e della depurazione dei fumi, sia perché confligge soprattutto con la riduzione dei rifiuti ed il riciclo dei materiali, in quanto una volta che questi impianti, molto costosi, sono costruiti, i gestori necessitano di una fonte continua di rifiuti per alimentarli, oltre al contributo in denaro dei cittadini.  Prima di intraprendere l’incenerimento dei rifiuti, ci sembra  buona regola adottare misure di prevenzione, per l’ambiente e la salute dei cittadini, rappresentate dalla Riduzione, Riuso, Riciclo e Recupero dei Rifiuti.
In particolare l’inceneritore di Montale, ormai in funzione da moltissimi anni, poi ristrutturato e definito sicuro dal gestore, ha avuto, attraverso una sentenza (14/05/2015) del TAR della Toscana, la possibilità di poter incenerire rifiuti fino a 220 tonnellate al giorno, destando il dubbio del consenso degli Enti preposti al rilascio dell’autorizzazione e del collaudo.
Invano questo Ordine aveva manifestato la netta contrarietà a questa concessione e
 invocato  prudenza e assunzione di responsabilità da parte dei decisori, adducendo la “fragilità” del territorio di Agliana e  Montale , come dimostravano le relazioni ambientali di ARPAT ed i dati delle patologie oncologiche riportati da ASL 3.    Il nostro diniego era manifestato ancor più per le ricadute di diossina e furani avvenute durante i ripetuti sforamenti di sostanze definite certamente cancerogene per l’uomo- classe 1- da I.A.R.C. (Agenzia Internazionale  per la Ricerca sul Cancro).

A ciò vanno aggiunti   i dati di qualità dell’aria del Bollettino Regionale di Arpat, che vede la centralina di Montale, adesso da Fondo Rurale, classificata Fondo Sub Urbana, situata in via di Compietra, vicino alla Scuola, primeggiare negli sforamenti/anno per le PM10 con zone industriali o ad alto traffico urbano.     Anche per le emissione di PM 2.5, più correlabili con l’inceneritore, viene superato annualmente il limite massimo annuale: adesso, novembre 2011,  il limite ha segnato 37 ng/m3, ovvero già superato quello annuale massimo di 25ng/m3.  

Indagini ambiente e salute correlabili  nell’area di ricaduta

 Per quanto riguarda l’ Indagine Epidemiologica sulle patologie tumorali ambiente-correlabili nell’area di ricaduta delle emissioni dell’inceneritore di Montale, ad oggi non siamo in possesso di date certe per avere i risultati, che purtroppo non potranno essere significativi per gli esigui gruppi a confronto; fra l’altro  riferiti a due sole patologie: linfoma non Hodgkin e Sarcomi dei tessuti molli.
Dunque, dalle emissioni di diossina del 2007, dopo otto anni, probabilmente saranno a disposizione i dati dell’Indagine solo nel 2016, insieme ai dati delle Malformazioni nei neonati.
In questo silenzio assordante da parte delle Autorità sanitarie e tecniche, che hanno il compito di rispondere alle domande di chiarezza e trasparenza richieste dai cittadini, ai quali ci uniamo, si fa sentire, molto significativa,
 la sentenza  del Tribunale della Corte d’Appello di Firenze (17.09.2015),  riguardante le emissioni di diossina (2007) da parte dell’inceneritore di Montale, per le quali si interessò prima il tribunale di Pistoia: la sentenza certifica  l’inceneritore di Montale  dannoso per la salute dei cittadini e non controllabile. 

Frattanto con una sentenza  del Tribunale di Milano, sconosciuta fino a pochi giorni orsono, veniva  respinta la denuncia di CIS, che reclamava la scadente qualità dei carboni attivi  quale causa dei superamenti dei valori limite per diossine e furani: da parte del Giudice veniva ritenuta invece responsabile  la scarsa affidabilità dell’inceneritore.  Questo in accordo con la sentenza della Corte d’Appello di Firenze e della relazione di Arpat.

Oggi gli avvenimenti , che si presentano, sembrano ripercorrere la stessa strada.

In data 12 ottobre 2015  il Dipartimento ARPAT di Pistoia rende nota la Relazione Tecnica sull’ Inceneritore di Montale, relativa ai superamenti di valori limite emissivi registrati nel periodo Luglio-Settembre 2015.    La comunicazione con la quale ARPAT  veniva informata dei risultati delle analisi condotte con fiale AMESA  viene segnalata in data 1 settembre 2015. I periodi delle analisi vanno dal 15-31 luglio a 31 luglio-14 agosto, come riportato nella relazione scritta.

Arpat compie gli accertamenti e le verifiche del caso concludendo per la non responsabilità della qualità dei carboni attivi, essendosi verificato il superamento dei limiti per le diossine e furani solo sulla linea 1, e non nelle altre linee, pur impiegando la stessa qualità dei carboni attivi.

Le conclusioni, che destano in noi medici grande preoccupazione, sono così riassunte:
-la linea 1 continua a mostrare preoccupanti condizioni di scarsa  affidabilità.
-i superamenti registrati per macroinquinanti (NOx e NH3) e microinquinanti (diossine e furani), dimostrano gravi lacune sia nella struttura impiantistica che nella applicazione del Sistema di Gestione.
-si rileva un numero assolutamente eccessivo di fermo-impianto i quali , in assenza di una adeguata procedura per la loro gestione, rischiano di risultare la principale fonte di inquinamento atmosferico.
– sarà previsto un controllo AIA per meglio definire le gravi lacune riscontrate nel sistema di gestione.

A seguito delle conclusioni, da non addetti ai lavori, rileviamo:

a-la prima emissione di superamento dei valori limite delle diossine, avviene nel periodo 1luglio-15 luglio (fiala AMESA n57), che dimostra valori estremamente elevati  0,45570 ng TE/Nm3 (normale 0,1 ng TE/Nm3). Dunque l’inceneritore ha emesso quantitativi superiori alla norma per ben 45giorni, e non 30 gg come apparirebbe nella relazione scritta.
b- la sequenza del numero delle fiale di campionamento , per la linea 1, non compare nei seguenti numeri di fiala 93,96,97: potrebbero far pensare al loro non invio al laboratorio per essere esaminate.
 c- se sia mai stato eseguito il collaudo dell’inceneritore, stante la scarsa affidabilità riscontrata.

In attesa della relazione sanitaria dell’organismo competente in materia di Prevenzione sanitaria , ASL 3, che, in data 1 settembre 2015,  dovrebbe aver avuto la comunicazione delle tre  emissioni anomale per valori di diossina,  affinché  vengano adottati  i provvedimenti  di prevenzione e di correzione del danno ambientale, ovvero anche eventuali segnalazioni di reati ambientali, l’Ordine dei Medici si rivolge ai Sindaci di Agliana, Quarrata e Montale, perché adottino tempestivamente le determinazioni dell’Ente, quando fossero loro inviate. Se tale prolungata attesa fosse dovuta a carenza di personale nel Dipartimento Prevenzione di ASL3, preghiamo il Direttore Generale di considerare prioritaria la risoluzione del problema.

Appello ai Sindaci

L’Ordine ritiene imprescindibile che le scelte, in materia ambientale, che abbiano ricaduta sulla salute dei cittadini, necessitino di informazione scientifica indipendente,  partecipazione,  controlli dell’inquinamento e  trasparenza nel fornire i dati. 

Al contrario i ritardi, le omissioni ed i silenzi, minacciano la fiducia dei cittadini nelle Istituzioni.
Fra poco tempo quando le scelte in materia ambientale con ricaduta sulla salute, verranno affidate ad organismi centrali, la  partecipazione diretta verrà meno, per cui  l’unico rappresentante dei cittadini rimarrà il loro Sindaco. Ad esso ci rivolgiamo come rappresentante della  Comunità intera, per intraprendere azioni in favore e difesa della salute dei suoi cittadini.  

In questo cammino, difficile, i medici saranno al suo fianco. Rileviamo che la  legge glielo consente:

Il Sindaco, essendo titolare di un generale potere di vigilanza sulle industrie insalubri e pericolose (art.216 e 217 T.U.L.S. n.1265/1934) , previa consultazione ed avviso degli organismi competenti in materia sanitaria ed ambientale (ASL 3 ed ARPAT), in caso di sussistenza di un concreto pericolo per l’ambiente e dunque per la salute pubblica, può adottare accorgimenti volti a prevenire, a tutela dell’igiene e della salute pubblica, situazioni di inquinamento. Tale potere è in atto fin dal momento della richiesta di attivazione dell’impianto.

 

Ordine dei Medici Chirurghi e Odontoiatri
Provincia di Pistoia