Il Pres. dell’Ordine dei Medici di Pistoia scrive al Ministro dell’Università e della Ricerca

 

Un appello sempre più pressante per sbloccare la graduatoria delle specializzazioni mediche e garantire il proseguimento dell’assistenza medica sul territorio senza aggravare una situazione già pesantemente sottoposta agli stress della gestione Covid e della cronica carenza di personale.
L’appello del Presidente dell’Ordine dei Medici di Pistoia, dott. Beppino Montalti, al Ministro dell’Università e della Ricerca, prof. Gaetano Manfredi, arriva in un periodo di incertezza per i tempi di pubblicazione delle graduatorie (attese da mesi) che consentirebbe l’ingresso lavorativo di migliaia di giovani specialisti.

“La mancata tutela degli interessi dei giovani medici specializzandi coinvolti nell’attesa della pubblicazione della graduatoria – sottolinea Montalti – andrebbe ulteriormente ad aggravare la continuità assistenziale sanitaria ai cittadini. Non possiamo punire chi si mette a disposizione delle strutture sanitarie assistenziali dello Stato e che fa questo in attesa di una risposta che tarda ad arrivare da ormai oltre due mesi. Non possiamo permetterci un vuoto assistenziale in questi momenti per una mancata risposta”.

Nella missiva al Ministro Manfredi, il Presidente Montalti sottolinea come “(…) questa azione (lo sblocco delle graduatorie, nda) consentirebbe di mitigare gli ormai prossimi problemi dovuti ad una carenza di personale che si stima in almeno 10.000 specialisti che, tra pensionamenti e mancati ingressi, non risponderanno all’appello nel 2023; numero che, secondo altre stime, è più che da raddoppiare negli scenari più infausti”.

Un primo provvedimento che però andrebbe ad agganciarsi ad una situazione complessa già prima del Covid. “Proprio per queste motivazioni – scrive Montalti al Ministro – sono a richiederLe affinché si proceda a stanziare ulteriori risorse economiche adeguate ad incrementare i contratti di formazione specialistica previsti dai bandi di ammissione dei medici alle Scuole di Specializzazione di Area sanitaria. Le chiedo che poi, conseguentemente e per trarre effettivo beneficio dalla prima azione, si proceda alla abolizione dell’imbuto formativo successivo e che si sviluppi una sostanziale riforma della formazione medica che riconosca maggiori diritti e tutele ai medici in formazione”.