Lettera del Presidente Montalti inviata a tutti gli iscritti dell’Ordine pistoiese

“Giungono a questo ordine provinciale numerose segnalazioni circa prescrizioni di esami ed accertamenti specialistici finalizzati alla ricerca di patologie, la presenza delle quali potrebbero essere oggetto di denunce di malattia professionale. In genere tali richieste originano in occasione di contatti con addetti ai patronati in occasione di richieste od informazioni per pensioni di vecchiaia, proponendo all’assistito la effettuazione di numerosi esami clinici senza un preventivo ragionamento clinico da parte di un medico specialista”.

Così il Presidente dell’Ordine dei Medici Chirurghi ed Odontoiatri di Pistoia, dott. Beppino Montalti, inizia la lettera inviata a tutti gli iscritti all’ordine dei medici di Pistoia. Nella lettera si fa riferimento ad alcuni inviti verbali rivolti da alcuni patronati che incentivano “l’assistito a recarsi dal proprio medico di fiducia che potrebbe redigerli su ricetta a carico del S.S.N.”.

“Tali richieste – sottolinea Montalti – devono essere redatte su carta intestata del medico richiedente, il quale, dopo accurata anamnesi lavorativa e patologica, rilevi la presenza di possibili stati morbosi da indagare con appropriati accertamenti specialistici. Tali richieste, ripeto, da redigere su carta intestata del medico prescrittore, non sono erogabili dal S.S.N., in quanto originate da fini medico legali”.

“Questo richiamo – prosegue Montalti – vuole riaffermare la correttezza della metodologia clinica (anamnesi-sospetto diagnostico-accertamento clinico-diagnosi) nell’affrontare tali problematiche medico-legali, ricordando inoltre, che spetta al medico che per primo abbia accertato la sospetta esistenza di una patologia di sospetta origine professionale, il rilascio dell’apposito certificato INAIL che vale anche come denuncia di malattia professionale. Altra valenza ancora ha il rapporto con il medico competente, il quale in corso di sorveglianza sanitaria, se la sintomatologia denunciata è correlata al rischio lavorativo specifico, può proporre la esecuzione di test diagnostici specialistici”.