“La cronaca di questi giorni ci ricorda il permanente stato di emergenza sicurezza per gli operatori sanitari. Questo tema, che abbiamo affrontato anche in una riunione alla Prefettura di Pistoia nei mesi scorsi, necessita del supporto e dell’intervento di tutte le Istituzioni del territorio. Come Ordine di Pistoia siamo da tempo operativi sul tema, avendo promosso i braccialetti per la sicurezza del personale di guardia medica già nel settembre 2018, oltre alle proposte di formazione e di comunicazione da veicolare anche nelle scuole, per lo specifico ruolo educativo. Sul fronte interno riteniamo sia indifferibile l’adozione di misure per gestione del rischio clinico in sanità a partire dai reparti più a rischio, come i Pronto Soccorso, la psichiatria e la guardia medica”. Con queste parole l’Ordine dei Medici Chirurghi ed Odontoiatri di Pistoia in una nota commenta gli ultimi casi di aggressioni subite dal personale medico.

“Ogni anno – sottolinea la Presidente dell’Omceo Pistoia, dott.ssa Paola David – sono quasi 20mila gli operatori sanitari aggrediti mentre svolgono il loro fondamentale lavoro, un dato in costante crescita a partire dagli anni post-pandemia. La violenza non può essere normalizzata, non possiamo renderla quotidiana. Occorre un cambiamento culturale, una riaffermazione profonda del rapporto medico paziente che era alla base del nostro SSN, e necessaria altresì la consapevolezza dei cittadini del fatto che l’insoddisfazione che provano non è causata dai medici ma frutto di fattori organizzativi e contingenti da lui indipendenti. La carenza di personale in primis che provoca le lunghe attese, la scarsità di mezzi causata dal momento economico e dai tagli, le fughe dei medici stessi ed il calo vocazionale in gran parte indotto da queste situazioni”. “Tornando alle misure sulla sicurezza – conclude la dott.ssa David – auspichiamo vengano applicate le nuove misure richieste da tempo dalla Federazione nazionale e che possano essere uno strumento dissuasivo per cercare di invertire una tendenza altrimenti insostenibile per il personale medico e tutti gli operatori sanitari”.